Anche dopo quattro mesi, nella zona terremotata della Turchia persiste una crisi prolungata
Inglese da muro
Sono passati quattro mesi da quando i terremoti di magnitudo 7,8 e 7,5 hanno colpito la regione sud-orientale della Turchia il 6 febbraio, uccidendo più di 50.000 persone. Mentre migliaia di sopravvissuti sono fuggiti dalla zona del disastro, la popolazione rimasta ha ancora problemi di alloggio, assistenza sanitaria e igiene.
Le operazioni di rimozione delle macerie sono ancora in corso in molte province, in particolare Malatya, Maraş e Hatay. Il rapporto sull'inquinamento atmosferico della Camera degli ingegneri ambientali afferma che l'inquinamento atmosferico durante le operazioni di rimozione dei detriti dopo il terremoto ha causato seri problemi alla qualità dell'aria e continuerà a farlo, secondo quanto riportato dal quotidiano BirGün.
È anche molto difficile accedere alle cure negli ospedali regionali. Il governo ha aperto un ospedale pubblico a Hatay's Defne il 22 maggio, ma il giorno dopo è stato allagato, dimostrando che i problemi infrastrutturali non sono stati risolti. Molti centri sanitari familiari e ospedali pubblici sono stati distrutti dal terremoto e per molto tempo nelle province non sono stati forniti servizi sanitari primari e secondari.
Ad esempio, il vaccino contro il tetano non è disponibile, mentre i vaccini contro l’epatite A e l’epatite B scarseggiano nella provincia di Gaziantep, che è stata meno danneggiata dai terremoti rispetto ad altre province.
Nuovi problemi sono sorti anche con l'arrivo dei mesi estivi soprattutto per chi vive nelle tendopoli. I sopravvissuti non vogliono ancora restare nelle tende che assorbono tutto il calore, non ci sono abbastanza container. Sono aumentati anche i problemi legati agli insetti e ai parassiti nella zona del disastro. Secondo i dati dell’Associazione medica turca (TTB), il numero di zone di riproduzione di insetti e roditori nella sola provincia di Hatay è aumentato da 120.000 a oltre un milione.
Ci sono anche problemi con l’accesso all’acqua pulita e ai prodotti per l’igiene. Le donne della regione hanno difficoltà ad accedere ad assorbenti, prodotti per l’igiene e biancheria intima. Le donne affrontano sfide significative nel raggiungere aree sicure all’interno delle zone disastrate. Spesso si trovano costretti a rimanere in spazi scarsamente illuminati, esacerbando le loro preoccupazioni per la mancanza di privacy.
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